nicolaconforto.com

Home Page
Erasmus a Sunderland
Utilità
Svago
Contattami

Resoconto di metà esperienza
Parte 1

L'Università


Dopo lunghi giorni passati a vivere la mia vita, eccomi qui di nuovo seduto davanti al computer per raccontarvela! Innanzitutto mi scuso con tutti coloro che hanno continuato a visitare il mio sito attendendo il rilascio di aggiornamenti che spesso tardano ad arrivare, ma purtroppo il tempo a mia disposizione è veramente poco!

Ricordo chiaramente che l'idea di scrivere questo articolo era nella mia mente da tempo. Ci avevo pensato durante il tragitto mentre andavo a visitare Durham (cittadina storica nelle vicinanze, se avanzo tempo e spazio pubblico qualcosina), e il titolo dell'articolo era: "Resoconto del primo mese". Titolo azzeccato, visto che la visita cadeva esattamente a un mese dalla mia partenza da casa. Col passare dei giorni e l'aumentare degli impegni però la stesura dell'articolo è stata procrastinata di mese in mese, fino a giungere all'attuale.

Molti di voi si chiederanno: "ma cos'avrà mai da fare di così impegnativo?" e quindi vi rispondo descrivendo i vari elementi che riempiono le mie giornate.



Innanzitutto vi è l'università! Durante il primo semestre ho avuto modo di frequentare 3 corsi: uno sullo sviluppo di prodotti multimediali e Macromedia Director; un'altro sui tipi di reti, le loro configurazioni, e l'IOS della Cisco; e un terzo sulle architetture software di Internet con aggiunta pratica di Php e Mysql.
Per cominciare vorrei sottolineare alcune differenze tra l'Università di Padova e quella di Sunderland. La cosa potrebbe essere vista anche come paragone tra l'università italiana e quella inglese, ma purtroppo non credo di disporre sufficienti elementi per dare un giudizio simile; dopotutto, sono stato solo in UNA università italiana e UNA inglese, quindi non ho idea di come possano essere le altre!
Ma facciamo un po' di paragoni. Alla facoltà di Ingegneria di Padova spesso mi sono trovato a seguire lezioni in aule in cui c'erano anche più di 100 studenti. Generalmente il docente entra in orario e appena entra inizia a spiegare; se intende rispettare il quarto d'ora accademico (volgarmente detto anche PAUSA) lo fa, altrimenti fila dritto a spiegare fino al termine del tempo a sua disposizione, avvalendosi della teoria più volte dimostrata che si è sempre in ritardo col programma e che le cose da fare sono tante. Comunque sia il docente non conosce per nome nessuno dei suoi studenti, fatta eccezione per qualche l.....ulo delle prime file e per i ripetenti più assidui. Per qualsiasi lezione, ciascun allievo è libero di scegliere se andare a seguirla attivamente o se dedicare il proprio tempo a qualcos'altro (usate la fantasia, mi rifiuto di fare un elenco). Il foglio delle presenze, già raramente utilizzato nelle lezioni del primo anno, col passare del tempo scompare definitivamente; e in ogni caso, non mi risulta che abbia mai avuto il benchè minimo valore.
Al dipartimento di Computing, Engineering and Technology della University of Sunderland le classi sono decisamente più piccole, e generalmente non superano le 25-30 persone (in certi casi, il numero è estremamente ridotto, e il numero di studenti a lezione si può contare in una mano). Per quanto riguarda l'orario di lezione c'è più flessibilità, diversi docenti normalmente arrivano e iniziano a spiegare con qualche minuto di ritardo (anche 10-15) e anche gli studenti se la prendono più comoda; nella maggioranza dei casi le lezioni finiscono anche prima dell'orario stabilito, e mi è capitato anche che i docenti rinuncino a fare lezione per dare la possibilità agli studenti di seguire qualche seminario. Utile! L'unico seminario a cui io ho partecipato è stata una tappa del Microsoft Inspiration tour/Uk (22 ottobre) in cui ci hanno illustrato alcune potenzialità di Silverlight e XNA. Ma torniamo alla normalità universitaria. I docenti, oltre a conoscere per nome buona parte degli studenti del corso, ad ogni lezione fanno firmare il foglio delle presenze; attualmente ignoro se l'assenza dalle lezioni implichi qualcosa di negativo.
Ma lo stimolo ad andare alle lezioni non è dettato solo dal mistico foglio delle presenze, bensì anche dal metodo di studio e valutazione in sè. A Padova le lezioni sono puramente didattiche e tradizionali (il prof spiega - l'alunno muto scrive, a meno che non prenda sonno), e la valutazione viene fatta esclusivamente sull'esame finale o eventualmente su un ridotto numero di prove parziali. Lo studente è quindi libero di scegliere, sotto la propria responsabilità, se seguire attivamente tutto il corso o se riposare per due mesi e concentrarsi nell'ultimo periodo disponibile. A Sunderland invece esistono esami in cui viene valutato un insieme di prodotti ed attività (anche di gruppo) sviluppato durante le ore di lezione (ed eventualmente migliorato a casa), o con diverse consegne/esercitazioni parziali da consegnare/eseguire durante il periodo del corso. Questo meccanismo, che per certi versi mi ricorda un po' le scuole superiori, fa si che tutti gli studenti si applichino sin dall'inizio.
Altra notevole differenza è la praticità delle materie. A Padova la maggioranza delle materie viene affrontata in modo teorico, mentre a Sunderland si fanno moltissimi "lavoretti" pratici. Questo si traduce nel fatto che gli studenti inglesi al momento dell'ingresso nel magico e mistico mondo del lavoro sono decisamente più preparati ed abituati ad eseguire lavori di tipo pratico; tuttavia però la loro preparazione di base è più ridotta. In sostanza, le cose che si studiano sono più semplici, però richiedono più tempo per essere preparate. Comunque ciò potrebbe essere riconducibile al fatto che qui in Uk sto seguendo materie a carattere più informatico che ingegneristico.
Ulteriore differenza è data dal voto finale: mentre nelle università italiane il voto viene espresso in trentesimi, in Inghilterra e anche in diverse altre nazioni il voto viene espresso con un valore percentuale.



Per domande e/o commenti, potete utilizzare il seguente form.