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Resoconto di metà esperienza
Parte 5

La lingua e luoghi comuni


Molti di voi hanno giustamente dimostrato un po' di curiosità nel sapere come me la cavo con la lingua inglese, in particolare in ambito universitario.
Facendo un rapido confronto con gli altri studenti stranieri, sembra che la mia preparazione iniziale sia abbastanza buona per quanto riguarda l'inglese letto e scritto e per quanto riguarda la grammatica, mentre ho qualche carenza nel linguaggio orale, soprattutto nella comprensione di quello che mi dicono. Ma i modi di parlare non sono tutti uguali, c'è chi parla più lentamente e scandisce bene le parole, e c'è chi tende a borbottare un po' di più, a masticarsi le parole, o ad utilizzare slang o accenti dialettali che mi confondono un po' le idee.
Mentre in linea di massima non ho problemi a comprendere un testo universitario, a volte ho qualche difficoltà con le spiegazioni. Finchè le parole vengono scandite per bene non c'è nessun problema, e anche se ogni tanto non ne capisco qualcuna, la posso indovinare dal contesto; nel momento in cui però le parole o frasi che mi sfuggono iniziano a diventare tante, la spiegazione non diventa altro che una interminabile cantilena di suoni e parole che talvolta mi conducono ad un intenso, profondo ed interminabile sonno.

Durante lo scorso semestre sono anche stato vittima di un paio di incomprensioni. Nel corso di reti, bisognava studiare 1-2 capitoli ogni settimana e fare il relativo test online (da casa) entro la lezione successiva. In una delle prime lezioni ero riuscito a capire che i test erano obbligatori, e che andavano a pesare sul voto finale. E così spesso mi son trovato fino all'ultimo giorno in tarda serata a fare schemi e rivedere domande; tutto ciò per giungere finalmente a capire, a poche lezioni dalla fine del corso, che i risultati dei test servivano solo per nostra valutazione e non andavano ad influire minimamente sul voto.
Altra piccola incomprensione c'è stata nel corso di authoring, in vista di un Mock TCT (TCT = Time Constrained Test, cioè test a tempo). Alla mia domanda di che cosa fosse sto "Mock Test" mi hanno spiegato che si tratta di una prova pratica da fare in laboratorio; ed io ho passato gli ultimi giorni al computer a fare esercizi pratici per poi scoprire, DOPO AVER TERMINATO IL TEST, che "Mock" significava che era solo un esame di prova, giusto per darci una idea di come fosse l'esame vero (tenutosi la settimana seguente).
Tutto sommato comunque, se sono riuscito a portare al termine gli esami forse vuol dire che non sono messo poi così male.

Ambientarsi a parlare inglese comunque non è stato poi così traumatico, e dopo un po' si inizia a farlo inconsciamente. A un mese dalla partenza mi è capitato ad esempio, mentre dalla torre della cattedrale di Durham cercavo di contare i generatori eolici visibili all'orizzonte (18), di accorgermi che mentalmente li stavo contando in inglese.
Qualche disguido si è poi manifestato durante il mio ritorno natalizio a casa, in quanto spesso mi è capitato di rispondere in inglese ad amici e familiari. L'esempio più lampante è stato alla mia prima mattina dopo il ritorno in in Italia, quando mamma è venuta a bussare alla mia porta ed io le ho inconsciamente risposto "come in!" invece di "avanti". Simili eventi si sono verificati anche alla mattina seguente e diverse altre volte, anche fuori con gli amici.
Dopo qualche mese qui, inizio a distinguere anche un pochettino (sottolineo, poco poco poco) gli accenti delle persone di diversi paesi o di diverse zone dell'Inghilterra.

Ma vediamo di sfatare un paio di luoghi comuni... Molte persone sostengono che l'Inghilterra sia un paese dove il costo della vita è molto alto, e mi permetto di smentire. Il costo della vita è particolarmente alto a Londra e nelle altre grandi città, ma nelle cittadine minori il costo è circa uguale (se non inferiore) ai nostri standard. A ciò contribuisce il fatto che il rapporto euro/sterlina negli ultimi mesi è cresciuto notevolmente, e quindi io ci risparmio! Scendendo in dettaglio, il costo per un pranzo o una cena fuori sono mediamente in linea, ma in certi supermercati si può risparmiare veramente molto. Notevolmente superiore è il costo di tutti gli alcolici, con la sola eccezzione della birra, che qui viene bevuta a litri. Decisamente inferiore è invece il costo di scarpe e abbigliamento, in particolare di certi marchi inglesi.
In virtù di ciò, mi sono lasciato prendere un po' la mano dallo shopping, e mi è capitato più volte di entrare in un negozio per prendere una cavolatina, e uscirne con 2-3-4 capi e/o accessori di abbigliamento. Quasi come una donna!

Altro luogo comune da sfatare è che "in Inghilterra piove sempre". Faaaaalso... Durante il periodo autunnale ha piovuto anche poco, e le giornate di sole erano in maggioranza. E' verissimo invece che il tempo cambia molto rapidamente! Può quindi capitare di svegliarsi alle 9 e vedere una splendida gionata di sole, alle 11 vai a lezione che sta piovendo alquanto intensamente, e alle 13 quando esci dall'aula non trovi neanche più una nuvola in cielo! Il fattore metereologico che più rompe le scatole da queste parti è il vento, che spesso è anche abbastanza forte. Le temperature minime non sono poi così fredde come pensavo, e sono in linea con il nord Italia. L'inverno però, sebbene non sia più rigido, sembra essere un po' più lungo; a titolo di curiosità, il mese più freddo è febbraio! Durante tale mese (ma non solo) capita di vedere la neve anche di frequente.



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